Vespa scende in pista

Una storia di successi

Pubblicato il 02 dicembre 2021

Le competizioni sportive furono, per Vespa, uno dei primi e più incisivi strumenti di comunicazione pubblicitaria. Di indole sostanzialmente pacifica, nata per il trasporto utilitario, Vespa fu costretta a scendere in campo spinta dalle non sempre velate perplessità alimentate, nei primi anni della sua lunga storia, dagli amanti della motocicletta, diffidenti nei confronti della scelta delle ruote piccole e del motore laterale. Per giustificare al meglio queste soluzioni nulla era più determinante di mostrarsi vittoriosi nelle competizioni.

Tuttavia la vittoria non era così scontata, soprattutto nel primo anno di costruzione, un momento oberato da svariati problemi, tanto per l’approvvigionamento delle materie prime quanto per i molteplici perfezionamenti necessari alla produzione di serie.

Nei primi mesi del 1947 il primo passo fu quello di preparare alcuni motori attraverso degli accorgimenti che potevano aumentare la potenza dai 3 cv di serie ai 5, con un incremento pari al 60%.

L’elaborazione del propulsore consisteva nell’adozione di un albero a spalle piene, nell’uso di una frizione a soli dischi metallici (più resistenti alle forti sollecitazioni) e di rapporti al cambio specifici (con prima marcia lunga e seconda e terza ravvicinate), nell’utilizzo di un carburatore maggiorato, nel perfezionamento del diagramma delle luci e nell’eliminazione della leva d’avviamento. Quest’ultima scelta era dettata anche dai regolamenti di gara, che prevedevano nelle prove di velocità l’accensione del motore a spinta. Grazie all’abolizione del meccanismo della messa in moto, il carter poteva al contempo essere conformato in modo tale da consentire alla Vespa di abbordare le curve con pieghe più accentuate e quindi con velocità maggiore.

L’esordio delle prime Vespa nelle corse, con motore elaborato direttamente da Piaggio, avvenne al Circuito di via Caracciolo di Napoli il 20 aprile 1947. Pochi giorni prima della gara Piaggio spedì al concessionario Mario Revetria di Napoli due motori tipo corsa, da montare sotto le Vespa di Enzo Pignatelli e Francesco Leone che, insieme ad altri due piloti con macchine di serie, avrebbero costituito lo schieramento Vespa. Parteciparono alla gara della classe 100, ma la vittoria fu del più esperto Fausto Faraglia su Guzzi 65. La rivincita fu rimandata al 22 giugno, in occasione della corsa in salita Sorrento-Sant’Agata, dove i primi due posti furono dei vespisti Leone e Zampati.

Piaggio aveva rotto il ghiaccio, ma la strada della sua affermazione agonistica era solo all’inizio.

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