Ape 150 cassone

Ape 150 cassone

1952

La Storia

Nel marzo 1946, mentre la Vespa faceva la sua prima comparsa alla Mostra di Torino, Corradino d’Ascanio abbozzava il primo schizzo di un piccolo motocarro adatto al trasporto leggero. Enrico Piaggio, pur pressato da molteplici problematiche relative alla messa in serie della Vespa aveva richiesto infatti a d’Ascanio di progettare un mezzo adatto al trasporto su media e corta distanza maneggevole, in grado di offrire la possibilità di transito anche su percorsi stretti e impervi, che caratterizzavano la gran parte dei centri della penisola ed erano impraticabili per i grossi motocarri. Dall’idea alla prova su strada passarono solamente quattro mesi e in luglio i primi tre esemplari sperimentali erano già stati sottoposti ai primi test di collaudo. La presentazione ufficiale del nuovo veicolo avvenne invece in novembre, al Salone del Ciclo e Motociclo di Milano, che aprì le porte al pubblico il giorno 23. Nel mese di gennaio, tra difficoltà di costruzione e di approvvigionamento, prese l’avvio la produzione di quella che fu definita la “Serie Zero”, in sostanza un primo lotto successivo agli esemplari sperimentali ma non ancora definitivo come quelli di “Serie”. Per non rallentare troppo la produzione della Vespa, alcune lavorazioni furono affidate agli stabilimenti liguri di Sestri e Finale. Altre ancora (ma questo valeva anche per la Vespa) avvenivano presso il piccolo stabilimento Piaggio decentrato a Ceva, in provincia di Cuneo. I primi esemplari di Ape furono consegnati alle concessionarie il 14 aprile 1947, giorno precedente l’uscita della pubblicità, che annunciava sui principali quotidiani italiani il debutto del nuovo motocarro. Costruito in principio nella sola versione a “cassone”, a partire dal 1948 comparvero anche le versioni Giardinetta chiusa (tipo furgoncino), Giardinetta trasporto persone (chiamata in seguito Calessino), e Rick Shaw (pensata principalmente per il mercato asiatico). L’Ape poteva però essere acquistato anche privo di allestimento, consentendo ai clienti di sfruttare allestimenti personalizzati. Artigiani e, soprattutto, commercianti diedero così luogo a interpretazioni con forte richiamo all’attività svolta e l’Ape divenne un efficace strumento di pubblicità itinerante. Alla fine del 1952 entrò in produzione l’Ape 150, modello a cui appartiene anche l’esemplare esposto al Museo Piaggio. Il nuovo Ape, oltre all’aumento di cilindrata, godeva dell’introduzione in serie di un cambio con trasmissione a cavi Bowden. Con il nuovo modello, grazie al motore più prestante, aumentò anche la portata: il peso complessivo consentito a pieno carico in ordine di marcia diventava così di 580 kg (compreso il conducente).

Le Caratteristiche

Motore monocilindrico a due tempi, a luci incrociate

Alesaggio 58,5 mm

Corsa 54 mm

Cilindrata 145,2 cc

Sospensioni posteriore a barre di torsione; anteriore a molla a spirale e ammortizzatore idraulico

Freni a espansione con comando meccanico con leva a mano sul manubrio per la ruota anteriore, con comando idraulico a pedale per le ruote posteriori. Freno di stazionamento con leva a mano sul differenziale

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