SILURO

SILURO

1951

La Storia

Le prime timide prove intraprese da Piaggio per il record di velocità sul chilometro lanciato furono fatte con un veicolo del peso di 54 kg, costituito da telaio e carenatura in duralluminio equipaggiato con motore di 5,4 cv. Il piccolo bolide, dotato ancora di cilindro con pistone deflettore, fu  provato da Dino Mazzoncini il 20 agosto sull’autostrada Firenze-Mare e registrò una velocità di punta di 112 Km/h: un risultato ancora insufficiente per uscire allo scoperto con una prova ufficiale. Il Reparto Sperimentale si cimentò l’anno successivo con una  macchina ancora con carrozzeria in duralluminio ma completamente chiusa. La macchina raggiungeva i 120 Km/h, una velocità ancora poco incoraggiante, che unita alla stabilità precaria, dovuta ad un baricentro troppo alto, portò all’accantonamento del prototipo. Con l’anno nuovo Corradino d’Ascanio riprese in mano il progetto e fu così che in agosto il Reparto Sperimentale iniziò contemporaneamente la costruzione di due differenti prototipi, con l’intento di testare il più idoneo all’alta velocità. Una macchina era caratterizzata da una guida con gambe stese in avanti, mentre l’altra con appoggio sulle ginocchia. Esse furono costruite “su misura” per i velocisti dello Stabilimento: la prima, destinata a Giuseppe Cau, prevedeva un motore MM, fratello di quelli già impiegati a Monthléry (ma con rapporti più lunghi), mentre la seconda, riservata a Dino Mazzoncini (si tratta dell’esemplare esposto al Museo Piaggio), era dotata di un rivoluzionario motore a pistoni contrapposti (P.C.), che pur non rappresentando una novità assoluta nel panorama mondiale fu sviluppato da Piaggio fino alla stupefacente potenza di 18 cv. Nel motore P.C. i due pistoni operavano nello stesso cilindro e a parità di cilindrata la combustione avveniva su una superficie dimezzata, comportando sensibili vantaggi sull’aspetto termodinamico. Il motore, grazie al particolare funzionamento dei pistoni, limitava anche il rimescolamento dei gas combusti con quelli freschi, a beneficio della resa. Le masse in movimento, inoltre, lavorando in senso contrario tra loro, diminuivano lo sbilanciamento delle forze, ottimizzando ulteriormente lo sfruttamento della potenza. Le due macchine ancora prive di carenatura furono provate dai due piloti il 3 e 4 dicembre 1950 sulla pista interna allo stabilimento di Pontedera e fu constatata l’estrema pericolosità della prima, che già sui 120 Km/h tendeva ad alleggerire pericolosamente l’avantreno. A fine mese le due macchine furono vestite della carenatura e nuovamente testate, confermando la necessità di sospendere ulteriori prove da parte di Cau, alfiere di una macchina suo malgrado incontrollabile. La messa a punto continuò quindi sulla macchina di Mazzoncini, che con la sola aggiunta della carenatura aerodinamica a copertura totale del telaio dimostrò nella prova in pista di superare tranquillamente il precedente record della classe 125 cc (161 Km/h) conseguito nel 1949 da Gino Cavanna su Mondial. Il 9 febbraio 1951 il bolide fu portato sull’autostrada Roma - Ostia. Dino Mazzoncini si calò sulla macchina sostenuta in posizione dai tecnici giunti da Pontedera e, portato in temperatura il potente motore alimentato ad alcool, alle 8 e 05 partì lanciato per attraversare il tratto compreso tra il decimo e l’undicesimo chilometro, percorrendo mille metri in 20” e 24/100. Invertì poi la marcia registrando una velocità media tra i due sensi pari a 171,102 Km/h, nuovo Record Mondiale della classe 125 cc. Il primato fu ottenuto al primo tentativo.

Le Caratteristiche

Motore Monocilindrico a 2 tempi con pistone bombato privo di deflettore

Alesaggio 45 mm

Corsa 124,5 cc

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